PSG, Real Madrid… Haaland non andrà da nessuna parte, Guardiola ci ha messo le mani!

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Stratosferico sin dal suo arrivo al Manchester City, Erling Haaland ha fatto di Pep Guardiola il suo nuovo mentore. Per il PSG e il Real Madridche pensano a lui per il 2023, è tempo perso.

Sotto la sua aria di cyborg programmato per segnare gol a picche, Erling Haaland è un sentimentale. Se ha scelto Manchester Cittànon è tanto per i milioni di euro di stipendio offerto dagli Emirati. Si tratta innanzitutto di seguire le orme del papà, che prima di lui ha vestito i colori del City. Una persona emotiva a cui piace continuare a scrivere la bellissima storia familiare. Toccante.

Haaland/Guardiola, il duo da sogno

Oltre a compiacere papà, Erling Haaland ha trovato una nuova figura paterna nella persona di Pep Guardiola. Il suo nuovo mentore a Manchester Città è il trainer ideale per il robot norvegese. Lo dimostra il successo chirurgico del suo puledro nell’arco di tre mesi. Nessun attaccante al mondo riesce a tenere il passo, nemmeno Roberto Lewandowski al Barca, sadio Criniera a Bayern Monaco Dove Kylian Mbappé a PSG. Il duo Haaland / Guardiola, è oro in lingotti. E il norvegese realizza questa partita dopo partita. Tra le sue qualità fisiche, il suo senso dello scopo e la sua efficienza, Haaland lo sa Guardiola può portargli il resto: intelligenza di gioco, senso tattico e finezza collettiva.

Cadono Parigi e Madrid

Appena arrivato a Manchester Città che già le squadre europee vogliono recuperarlo. Questo è il caso di Vero Madrid e PSG. Ma per questi due club, pieni di mezzi finanziari e ambizioni, è una perdita di tempo. Erling Haaland non andrà da nessuna parte a breve o medio termine. Innanzitutto perché sta appena iniziando la sua avventura inglese e vuole dimostrare di non essere solo un piccolo fenomeno. Offrendo tutti i record di precocità, Haaland vuole anche entrare nel campo della longevità. E con Pep Guardiola, che dovrebbe essere presto prorogato, sa di poterlo fare negli anni a venire. E in un anno 2023 senza Euro né Coppa del Mondoil norvegese sa che il Pallone d’oro è una preda più facile per lui… Nessun motivo per andarsene.

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