Mondiali in Qatar: le cifre della vergogna!

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Se la Coppa del Mondo in Qatar è la prima in assoluto nella storia ad essere contesa in Medio Oriente, è anche e soprattutto la più contesa a livello ecologico e umano. Un bilancio, già molto pesante, che semina guai in tutta la sua organizzazione.

Il 20 novembre il Qatar ha una data con la storia. Per la prima volta, a Coppa del Mondo si svolgerà in Medio Oriente. Dopo l’edizione 2010, la prima competizione che si terrà nel continente africano, è la volta della Qatar avere gli onori della FIFA. Un’edizione 2022 che resta però molto controversa… Dopo i casi e le altre polemiche sulla presunta corruzione per l’assegnazione dei Mondiali, sono le condizioni in cui è stato preparato l’evento a sollevare seri interrogativi.

6.500 morti nei cantieri dello stadio

In un Paese praticamente privo di infrastrutture, era necessario costruire stadi in grado di ospitarlo Coppa del Mondo. In totale, degli otto recinti che ospiteranno le partite dei Mondiali, sei sono stati costruiti proprio per l’occasione. Una fattura delirante di sette miliardi di euro… Ma la cosa più sbalorditiva è il numero dei lavoratori morti nei vari cantieri. Un’indagine molto seria del Guardian riporta oltre 6.500 morti. Se gli organizzatori negano con forza questo numero, lo scandalo non può essere evitato. Perché la stragrande maggioranza dei lavoratori sono emigrati dai paesi vicini per trovare lavoro. Manodopera a buon mercato che ha dato la vita per costruire semplici stadi di calcio. Per protestare come queste figure di vergogna, diverse città francesi hanno già indicato che non trasmetteranno Coppa del Mondo su uno schermo gigante durante la competizione. Dopo Lilla, Reims e Strasburgo questo è Marsiglia chi ha preso questa decisione.

Un’aberrazione ecologica

Per la prima volta nella sua storia, il Coppa del Mondo non si svolgerà in estate ma in inverno. Per adattarsi alle condizioni climatiche del Qatar, gli organizzatori sono riusciti a posticipare l’evento per sfruttare le temperature miti di fine anno. Ma ciò non impedisce ai qatarioti di aver progettato stadi completamente climatizzati, con sistemi ad alta intensità energetica e la cui impronta di carbonio è disastrosa. Si stimano 3,63 milioni di tonnellate di CO2, secondo un rapporto pubblicato dalla FIFA. La promessa di “carbon neutrality” promessa dai Qatar è ben lungi dall’essere mantenuta… Tanto più che associazioni come Carbone Market Watch stimano, dal canto loro, che sarà otto volte più importante di quanto annunciato…

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