Mondiali: a cosa gioca Didier Deschamps?

Non convocando nessun difensore della formazione, Didier Deschamps lascia perplessi molti osservatori. Ancora di più dopo aver convocato un 26esimo uomo, nella persona di Marcus Thuram, attaccante…

Mentre ha svelato la sua lista di 25 giocatori che faranno parte dell’avventura a Qatar in pochi giorni, Didier I campi dovuto apportare alcune modifiche all’ultimo momento, prima delsquadra francese non vola via. Il tecnico dei Blues, infatti, ha dovuto chiamare rinforzi Axel Disassi Rimpiazzare Presnel Kimpembeferito, e anche Marco Thuram in attacco come 26th giocatore. Ma queste scelte e questa squadra finale hanno fatto parlare molto gli osservatori, ritenendo che alla rosa mancasse una squadra vera. Didier Deschamps è stato tuttavia interrogato ieri per dare i primi elementi di una risposta, che scopriremo tra una settimana per il primo match controAustralia.

Un vero cantiere

Nella sua conferenza stampa di ieri, Didier Deschamps sono state molto chiare e dettagliate le posizioni di ciascuno ma di questo settore difensivo si parla molto a causa dei recenti sconvolgimenti. Il compito era già reso più difficile quando Paolo Pogba e N’Golo Kante ha dovuto dare forfait ma il campione del mondo 1998 ha dovuto innovare. In tal modo, Didier Deschamps pianificato di evolvere i due fratelli Hernandez sul lato sinistro, con Konato e Upamecano nell’asse laterale. Dall’altro lato, Pavard e Koundé giocheranno il loro posto per il lato destro con Varana, Saliba e Disasi nell’asse.

Una difesa critica

Se lasquadra francese può sfruttare un buon attacco con elementi molto convincenti, dietro il settore difensivo è oggetto di molte critiche. Innanzitutto perché in rosa ci sono molti difensori centrali e pochi sugli esterni. La composizione di Didier Deschamps appare come un rischio preso perché a parte Benjamin Pavard chi è un lato destro per formazione, molti altri non evolveranno necessariamente nella loro posizione preferita. Ma nel 2018 il tecnico aveva già optato per certe scelte. Una cosa è certa, non vediamo l’ora che arrivi martedì prossimo.

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