In bicicletta: Giro delle Fiandre 1992, Jacky Durand o la sorpresa del secolo

© Illustrazione foto scattata durante la seconda edizione della gara d’élite femminile dell’evento ciclistico “Paris-Roubaix”, 124,7 km da Denain a Roubaix, in Francia, sabato 16 aprile 2022. FOTO DI BELGA JASPER JACOBS Foto di Icon Sport

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Siamo alle pendici del vecchio Quaremont in questa prima domenica di aprile 1992, giorno di Giro delle Fiandre. Il rumore è intenso, la folla urla la sua passione e la sua ammirazione per questi guerrieri della strada che hanno affrontato la più dura delle classiche, il Giro delle Fiandre, prestigioso nella storia come l’inferno del nord di Parigi-Roubaix.

A Old Quaremont, ripensa all’anno scorso

Davanti alla folla di spettatori ammassata sul ciglio della famosa collina acciottolata situata a 80 chilometri dal traguardo, un gruppo di fughe, in testa da due o tre ore a questa parte, si disperde sul pendio. In testa, uno sconosciuto francese apre la strada, Jacky Durand. Gli fanno male le gambe, ma in realtà non sente niente, sopraffatto dalle grida della folla, dalla tensione, dalla furia, dall’elicottero…

Le immagini stanno già passando per la testa del Mayenne, il quale ricorda in questo preciso momento che un anno prima stava attraversando questo stesso muro tra le persone anonime, intorno al 150e posizione di un plotone che già non era più un plotone, in completo disagio fisico. Questa volta, Jacky Durand è davanti e non fa male. O peggio. Il francese sente alzarsi il vento della storia, come una scossa che gli attraversa la spina dorsale e lo spinge al limite. Verso la trascendenza.

Verso la sua salvezza.

E l’auto di Eddy Merckx gli si avvicinò…

Jacky Durand dondolandosi in cima con un vantaggio di 20 minuti sul gruppo. Mancano ancora 80 chilometri, la leggenda si può scrivere ma non ha ancora dato il suo consenso. Perché in una gara del genere i divari si richiudono molto velocemente e i fallimenti sono pesanti… La fuga continua a scivolare via, mentre il suo vantaggio si sta dissolvendo. Nel Bosberg, l’ultima salita della via, ce ne sono solo due: Durand e gli svizzeri Wegmuller. Il crack svizzero metro dopo metro e Durand ribaltarsi. Vede il sogno. Ma ha ancora molta strada da fare. E qual è la differenza con il seguito? Due minuti ? Un minuto ? Tre minuti? Impossibile da sapere. Durand capito che stava tornando molto forte da dietro, quello Van Hooydonck e più fondente aveva attaccato e stavano piombando su di lui, ma non ha informazioni sul divario…

Il francese stringe i denti e lancia tutto quello che gli è rimasto per cercare di mantenere il vantaggio. Impossibile sfondare ora così vicino alla porta, lui che era partito al mattino proprio nella speranza di evitare il sito di Old Kwaremont nel gruppo. E poi, a 5 chilometri dal traguardo, l’auto della direzione gara vi sale sopra. Eddy Merckx sta guidando. Il mito belga poi abbassa il finestrino e gli scivola addosso: “ Bambino, vincerai il Giro delle Fiandre “. Jacky stringe il manubrio e guarda avanti. Pochi ettometri più avanti, lo sconosciuto francese fece il ” rapina del secolo davanti al grande pubblico belga… che al mattino non sapeva nemmeno che alla partenza c’erano dei francesi.

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