Ciclismo: Parigi-Roubaix 1992, Duclos-Lassalle tocca il suo Santo Graal

Visualizzazione Nascondere il sommario

Presto compirà 38 anni questa domenica, 12 aprile 1992, Gilbert Duclos-Lassalle ancora una volta parte da Parigi-Roubaixla “sua” classica, quella che da tanto tempo sognava di vincere senza che gli venisse mai offerto nonostante un numero impressionante di iscrizioni e posti d’onore, lui che finì 2e nel 1980 e nel 1983, 4e nel 1989 o addirittura 6e nel 1990, per non parlare dei suoi posti tra 10 e 30… Quest’anno, Duclos-Lassalle ha completato la sua preparazione con una settimana al Giro dei Paesi Baschi, lontano dalle sollecitazioni mediatiche, che ha abbandonato la mattina dell’ultima tappa di sabato per raggiungere tranquillamente la partenza della “Roubaix”.

Ha provato così tanto a conquistarla…

È Gibus ha un presentimento quando si alza quella mattina nella sua stanza d’albergo a Compiègne? La storia non dice. Ma Duclo è duro con il male, un ” uomo dei boschi come lanci dal vivo Roberto Chapatte. Quando attacca per la prima volta a più di 80 chilometri dal traguardo in un gruppo di 4 che strizza, non molte persone danno una chance al francese, e non c’è dubbio che ce ne siano molti tra i favoriti da dire se stessi: Non sarà per quest’anno Gilbert “. Quando ha lanciato una seconda offensiva da solo a 50 chilometri dal traguardo, lo stesso era vero. Ma il francese è nel giorno della sua vita. Rompe i ciottoli Roubaix così forte è.

Lemon come uomo d’onore

E poi dietro, un campione veglia su di lui… Greg Il mondoil suo leader interiore la squadra Z. Due anni prima, Gibus si era sacrificato mentre era in corsa per la vittoria di tappa del Tour à Pau per aiutare il campione americano allora in difficoltà. Duclo lo aveva rimesso nella giusta direzione, permettendogli di salvare la sua vittoria finale a Parigi. Quella domenica del 1992, Il mondo lo ricorda, da uomo di memoria qual è. L’americano fa un lavoro fenomenale nel gruppo di dirigenti alle spalle per annientare qualsiasi contropiede, moltiplicando gli sforzi per marcare tutte le offensive, bastando la sua presenza nei colpi per ridurli a zero. A pochi chilometri dal traguardo, Duclo lassalle mantenuto un materasso superiore al minuto in cuiOlaf Ludovico, il pilota su pista tedesco, una vera bestia da guidare, va a caccia da solo. La Francia in bicicletta trattiene il fiato come Gibus sente quello della vecchia Germania dell’Est emergere dietro le sue ruote.

4 km di distanza, Ludovico è tornato a poco più di 20 secondi.

Ma in un ultimo baroud, il francese rilancia. Sente il velodromo, sente la folla. No, Parigi-Roubaix non lo rifiuterà più, non questa volta, non dopo tanti anni, colui che lo diresse per la prima volta nel 1978 14 anni fa, finendo 28e. Quindi Gilbert lo fa ancora e ancora. E Ludovico crepa. Nell’ultimo miglio, Gilbert Duclos-Lassalle sa di aver vinto. In un’atmosfera incredibile, alza le braccia sul Vélodrome de Roubaix. Ecco fatto, finalmente tiene il suo Parigi-Roubaix.

www.memosport.fr