Ciclismo: Mondiali 1985, Zoetemelk – I grandi campioni non muoiono mai

© Simon Pascal e Fignon Laurent durante la 18a tappa del Tour de France da L’Alpe d’Huez a La Plagne, il 17 luglio 1984. Foto: Sirotti / Icon Sport

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Joop Zoetemelk ha quasi 39 anni questa mattina dell’1ehm Settembre 1985, al via dei mondiali di Treviso, su un percorso impegnativo con un lungo dosso e diversi terrapieni lungo i 18 chilometri del circuito, che termina con un lungo rettilineo finale di quasi due chilometri. Lo sa il fuoriclasse olandese, questo è uno degli ultimi grandi incontri della sua carriera, lui che ha deciso di ritirarsi a fine stagione. Indossando la maglia della squadra olandese, crede ancora all’impresa il vecchio Joop, lui che non è mai stato campione del mondo nella sua incredibile vita di ciclista? Probabilmente no, anche se dentro di lui il fuoco arde ancora. Capitano di strada di una forte squadra olandese, costruita intorno Veldscholten e Van de Veldé, Zoetemelk sarebbe già felice di finire su un titolo riportato da uno di questi giovani talenti.

A metà gara, Joop riceve un segno dal destino…

A metà gara, però, Joop registra una prima informazione importante, come segno del destino: Bernardo Hinault, che tante volte lo ha battuto in carriera e non è mai caduto al Tour, conquistando la sua unica maglia gialla l’anno in cui il bretone si ritirò, si ritirò dalla corsa. E poi, durante le virate, il vecchio leone olandese sente che le zampe ci sono. Come pilota esperto, lo nota anche lui Stefano roccia e Greg Il mondo sono al di sopra del lotto…

Alla fine, dopo una prima offensiva di Moreno argentino, Stefano roccia contro. Gli irlandesi fanno la differenza. Dietro scatta la grande rissa. Gli uomini tornano a grappoli nel bel mezzo di un vero cantiere. Segno Madiota, Van de Veldé Dove argentino effettuare il collegamento. Le cose stanno andando bene, la mossa vincente si sta formando. Per Zoetemelk, la custodia sembra quasi piegata. Ma il vecchio olandese vede Lemond partire a sua volta col botto. Questa è la sua occasione. L’ultimo della corsa. L’ultimo della sua carriera. L’ultimo della sua vita. Il vecchio guerriero lotta allo stremo delle sue forze per raggiungere la locomotiva americana. Poi, aggrappandosi alla scia di Il mondo, probabilmente il più forte quel giorno, è entrato nel gruppo davanti. A pochi chilometri dal traguardo si ritrovano in testa a una decina. La vittoria sarà decisa tra loro.

Colpo di Trafalgar del vecchio leone

Poi arriva l’ultima discesa, una brusca curva a destra e il lungo rettilineo finale. Piatto come la mano. nella professione, Zoetemelk sente arrivare il colpo. A poche decine di metri dalla curva, accelera bruscamente sul lato sinistro, stacca qualche metro dal gruppo, vira a fondo grazie all’ampiezza che ha preso prima di svoltare, e scatta fuori dalla curva. Zoetemelk sorpreso tutti. Scava una buca. Forse trenta metri. Ma come aveva supposto la vecchia strada batava, dietro si può vedere. Nessuno cavalca. Limone, Roccia, MadiotaCriquielion, Millar, ecc. sono soli, non vogliono fare lo sforzo di riportare indietro tutti. Solo l’argentino ha un compagno di squadra, Claudio Corti, ma non rotola. Per quanto riguarda i suoi compagni di squadra Van de Veldé e Veldscholten, ovviamente non muovono un orecchio. Joop sente il vento della vittoria soffiargli sul collo, massacra i pedali per portare la marcia più alta possibile. Joop è al limite, non può andare più veloce. Ma aveva ragione. Dietro, tutti ci salgono sopra. Alla fine del suo sforzo, della sua incredibile linea retta verso la luce, Zoetemelk tenere acceso 3 secondi Il mondo. Tre secondi per l’eternità di un titolo di campione del mondo. Tre secondi che lo costringeranno a rimandare il ritiro. Nel 1986, Zoetemelk completerà i suoi 17 annie Tour de France, maglia di campione del mondo sulla schiena, al 25e quadrato. E continuerà per un’altra stagione. Nel 1987, all’età di 41 anni, vinse Corsa all’oro dell’Amstel. No, i grandi campioni non muoiono mai.

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