Ciclismo: Liegi-Bastogne-Liegi 1980, ovvero la corsa più pazza della storia

© FIJNAART – Il gruppo supera i prati lungo il Boerendijk durante la terza tappa della Vuelta a Espana (Vuelta a Espana). La terza tappa della Vuelta inizia e finisce a Breda. ANP SEM VAN DER WAL – Foto di Icon sport

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L’edizione 1980 di Liegi-Bastogne-Liegi è passata alla storia come una delle giornate più epiche del ciclismo del dopoguerra. Alla fine di una giornata alla fine dell’inferno, non poteva esserci che un vincitore degno di questa corsa leggendaria: Bernard Hinault. Chi ancora oggi sente a portata di mano il ricordo di questa domenica di aprile nelle Ardenne…

In questa domenica, 24 aprile 1980, quando i corridori portano la loro attrezzatura verso la linea di partenza di questa 66e Liegi Bastogne Liegi, il tempo è terribile. La giornata si preannuncia dantesca, lo sarà. Pochi chilometri dopo la partenza, mentre i corridori salgono su un altopiano all’uscita di Liegi, la neve si fa invitante. Denso. Continua. Agghiacciante. Per almeno due ore, il gruppo si evolve sotto i fiocchi, che iniziano a tenere la strada, rendendo la faccenda ancora più terribile.

Dopo 100 chilometri ne restano solo 30 in gara…

Presto, stare in sella alla tua bici diventa semplicemente insopportabile. Troppo freddo, troppo duro, troppo pericoloso. Dopo cinquanta chilometri, la metà dei 180 partenti ha già rinunciato, travolta dal freddo e dalle condizioni dantesche. 50 chilometri più avanti, ne restano solo 30 in gara, mentre due uomini hanno preso il comando, Ludo Peeters e Rudy Pévenage.

Guimard a Hinault: “Togliti l’impermeabile! »

Bernardo Hinaultstringe i denti in mezzo a ciò che resta del gruppo, con Maurizio Le Guilloux, il suo amico di una vita, come ultimo membro del team. Dopo un po’, Hinault si rivolge a Le Guilloux e gli dice: Maurice, non so cosa farai, ma io, se al ravito nevica ancora, mi fermo. Non posso più sopportare questo raffreddore “. La storia non dice cosa gli rispose poi l’amico, ma sta di fatto che, miracolosamente, il sole sorse pochi minuti dopo, proprio nel momento del rifornimento. Hinault non si copre e anzi vede l’auto del suo direttore sportivo Cirillo Guimardo salire alla sua altezza: Bernard, togliti l’impermeabile “. Il leader della Renault ha risposto nella seconda: “ Oh, sei matto??? “. ” No, aggiunge il capo in macchina. La gara sta per iniziare! “.

Due dita congelate all’arrivo

La calma meteorologica durerà solo pochi minuti, ma avrà cambiato le sorti della gara e permetterà di scrivere una delle pagine più belle della storia del ciclismo. Infreddolito, quando non sente più le sue dita, Bernardo Hinault si attrezza sulla costa di Stockeu, tanto per la gara quanto per evitare il congelamento sul posto. Al piano di sopra è tutto solo…” Non è difficile, eravamo meno di trent’anni laggiù ride il tasso oggi. In quel momento, non ride né sorride, se non per il dolore. Dopo aver lasciato l’ultimo sopravvissuto Ludo Petersche aveva raggiunto nell’Haute Levée, Hinault si ritrova solo nella natura a 80 chilometri dal traguardo. Con il freddo. E la neve che torna. Poi si trasforma in pioggia. Il bretone se n’è andato, nessuno lo vedrà più. All’arrivo a sugheroha tagliato il traguardo, infreddolito, con due dita congelate… e con oltre 9 minuti di vantaggio sul secondo classificato Hennie Kuiper, che si è accontentato di uno sprint Ronnie Clae. Il quarto Fon De Wolf arriva a quasi 11 minuti. In totale, saranno solo 21 a raggiungere il traguardo.

Liegi Bastogne Liegi ha appena vissuto la sua più grande edizione.

Oggi, quando tira fuori la bicicletta in una fredda mattina d’inverno, Hinault può guardare l’orizzonte nebbioso prima di abbassare la testa per guardare le sue mani, dove due dita doloranti sono lì a ricordargli la sua gloriosa incursione di quarant’anni fa. Sì, il corpo ha una memoria.

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